Per leggere questo articolo occorrono 3 minuti
Un team di archeologi guidati da Ihor Korost, direttore della Bilsk Historical and Cultural Reserve, ha recentemente scoperto a Bilsk, in Ucraina, un consistente deposito di punte di freccia, fuseruole e frammenti di ceramica che risalgono a un periodo compreso tra la fine del VI secolo e l’inizio del V secolo a.C., un periodo in cui i nomadi sciti, rinomati per la loro abilità come arcieri a cavallo, occupavano l’area.
Gli Sciti erano una popolazione originaria delle steppe settentrionali dell’Asia centrale, vaste regioni di praterie tra la Cina e la costa settentrionale del Mar Nero dall’800 a.C. al 300 d.C. circa, organizzata in tribù nomadi (allevatori), seminomadi e sedentarie, cui Erodoto dedica parte del IV libro delle sue Storie. u Lo storico greco del V secolo a.C. affermò che tutti gli Sciti discendevano dall’eroe Erakle e una creatura metà donna e metà serpente, Echidna, dalla quale ebbe un figlio, il capostipite scita, Scite. Tuttavia, le moderne analisi archeologiche e genetiche suggeriscono che gli Sciti emersero effettivamente da vari gruppi siberiani, dell’Asia orientale e Yamnaya eurasiatici e che le tribù fossero etnicamente diverse.
Resti della cultura scita si trovano, dunque, nella Riserva storica e culturale di Bilsk, vicino al villaggio omonimo, nella provincia di Poltava, nell’Ucraina centrale. In quei territori, tra i fiumi Vorskla e Sukha Hrunia, giacciono i resti di un insediamento di circa 5.000 ettari da cui provengono numerosi manufatti rinvenuti negli scavi degli ultimi decenni, un progetto volto a condividere la storia culturale dell’Ucraina.
Gli archeologi hanno anche identificato i resti di un’abitazione attribuita alla Tarda Età del bronzo, che misurava circa 64 metri quadrati, in un sito vicino; questa dimora sarebbe antecedente ai manufatti e agli edifici sciti. Sono comunque necessarie ulteriori ricerche sul sito che consentiranno di determinarne l’esatta cronologia, stabilire le fasi di sviluppo e le caratteristiche dell’insediamento.
Negli scavi attuali, gli archeologi che indagano nella riserva hanno scoperto 40 manufatti che risalgono al periodo scizio, inclusi frammenti di ceramiche di produzione locale e manufatti greci probabilmente provenienti dall’Attica e da Olbia Pontica, sulle coste settentrionale del mar nero. Il team ha anche scoperto fosse granarie e butti di residui organici, oltre le tracce di vari edifici di carattere popolare.
Il team non ha rinvenuto tracce di alcuna antica abitazione nella zona poiché, probabilmente sono state distrutte durante lo sviluppo di una cava che ha operato in quest’area negli anni passati.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Ukraїner
Source: danielemancini-archeologia.it