EVENTI DRAMMATICI HANNO PORTATO ALLA DIFFUSIONE DELLE LINGUE URALICHE CIRCA 4500 ANNI FA

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Un gruppo di ricerca multidisciplinare dell’Università di Helsinki ha incrementato le conoscenze sulla storia della famiglia delle lingue uraliche e di lingue come il finlandese, l’estone, il saami e l’ungherese pubblicando i risultati dello studio sulla rivista online Diachronica.

Volker Heyd, docente presso il Dipartimento delle Culture dell’Università di Helsinky, conferma che le osservazioni sui principali sviluppi preistorici della linguistica, dell’archeologia e della genetica possono ora essere legittimamente combinate. Le ricerche effettuate, dunque, permetterebbero di credere che la diffusione delle lingue uraliche sia iniziata nella Siberia occidentale durante la prima età dei metalli e sia avvenuta abbastanza rapidamente.

La diffusione verso ovest delle lingue uraliche avvenne circa 4.200–3.900 anni fa, prima nella regione centrale del Volga e successivamente nel Mar Baltico e nel Nord Atlantico.

La dispersione della famiglia linguistica uralica è collegata a tre episodi:

  • 1) Un cambiamento nell’ambiente naturale (evento 4.2ka): l’aria in Siberia è diventata più fredda, diffondendosi verso l’esterno causando siccità diffuse e inverni più freddi;
  • 2) Il fenomeno archeologico interculturale Seima-Turbino ha generato una complicata rete caratterizzata da oggetti in bronzo;
  • 3) Contatti con lingue indoiraniane che hanno portato il vocabolario straniero ad entrare nelle lingue uraliche. Le lingue precedentemente parlate nella zona furono assimilate.

Con una storia di circa 4.500 anni, la famiglia linguistica uralica è antica quasi quanto quella indoeuropea, che iniziò a diffondersi in tutta l’Eurasia circa 5.100 anni fa.

La diffusione portò a contatti con varianti linguistiche indo-iraniane e alla creazione di una lunga zona di contatto nell’area attualmente nota come Russia centrale. I primi prestiti linguistici originati da questo contatto si fecero strada nelle lingue uraliche che stavano cominciando ad emergere, tra cui il sami, le lingue balto-finniche, il mordvino, il mari e le lingue permiche. Tuttavia, sono assenti dalle lingue samoiediche, il ramo più orientale della famiglia linguistica.

Le prime culture dell’età dei metalli e del bronzo in particolare e le loro reti promossero la rapida diffusione delle lingue verso ovest. I corsi d’acqua furono di particolare importanza per questa prima migrazione, trasportando anche metalli inizialmente dagli Urali e dalla Siberia a ovest, nonché successivamente dal Volga alla regione del Baltico.

Nella prima fase, la diffusione uralica andava da est a ovest e nella seconda rami individuali da sud a nord. I parlanti delle prime lingue uraliche, nell’area delimitata dal Volga e dai suoi affluenti Oka e Kama, impararono l’agricoltura e la zootecnia dai loro vicini indoeuropei in Europa.

Con il miglioramento delle condizioni climatiche, l’agricoltura si diffuse nelle zone più lontane delle steppe settentrionali.

Riho Grünthal, docente presso il Dipartimento di Studi delle Lingue ugro-finniche sempre a Helsinky, osserva che l’area geograficamente estesa delle lingue uraliche è stata sempre individuata come il risultato di una diffusione dal centro verso l’esterno, o dalla Russia interna alla sua periferia. Con gli ultimi dati provenienti da diverse discipline, si è stabilito che la diffusione sia avvenuta quasi esclusivamente da est a ovest!

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Helsinki 

Source: danielemancini-archeologia.it

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